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Cestistica Ostuni

KO IN FINALE PLAY-OFF

Ci voleva un’impresa, una prestazione più che perfetta per avere la meglio su una Andrea Pasca Nardò in stato di grazia che già in gara 1 domenica scorsa aveva mostrato tutta la sua forza. Ci voleva una serata memorabile e di fatto lo è stata, perché anche se la Cestistica Ostuni ha ceduto l’onore delle armi ad un avversario che ha mostrato di meritare la vittoria, la Città bianca ha saputo regalare comunque immense emozioni in una cornice di pubblico mozzafiato, impreziosita dalla coreografia iniziale di Quei Bravi Ragazzi, tifo organizzato ostunese che mai ha fatto mancare il suo appoggio e che ha continuato ad intonare i propri cori anche oltre la fine della gara. Degno di nota il fairplay e lo scambio di dediche tra le curve opposte. Il cammino della Cestistica si conclude dunque in finale playoff, dopo la superlativa stagione in una Serie C Silver segnata dalla “questione americani”, con il terzo posto in regular season e le doppie sfide playoff vinte contro Monopoli e Mola. Al PalaGentile coach Carolillo ha spedito in campo lo strating five composto da capitan Tanzarella, Teofilo, Manchisi, Vranjkovic e Masciulli, impiegando poi anche Calisi e Vorzillo (Mihalich infortunato costretto alla tribuna). Con una Ostuni davvero al 100% sarebbe stata senz’altro una sfida più appassionante, magari con un identico risultato, ma con più equilibrio. Gli abbracci conclusivi, i complimenti reciproci tra atleti e tifoserie, la passerella finale ed il giro di campo conclusivo con capitan Tanzarella e compagni a salutare personalmente il pubblico, rendono speciale una gran bella serata di sport, in cui agonismo e valori messi in campo e fuori scrivono all’unisono un buon lieto fine, imperfetto (purtroppo per l’Ostuni) solo per il risultato. Ai gialloblu va però dato comunque il merito di aver disputato una grandissima stagione. Partiti senza i favori del pronostico nonostante un roster di altissimo livello, sono giunte soddisfazioni dai campi di tutta la Puglia. Con qualche peripezia e incidente di percorso, dall’addio a coach Curiale dopo l’inaspettato ko di Castellaneta, alla parentesi firmata Capozziello, terminata con le due sconfitte con Martina e Altamura e l’arrivo di Sergio Carolillo. Gli arrivi in corso d’opera prima di Vorzillo, a completare il settore lunghi dopo l’addio di Mimmo Morena, e poi di Teofilo, che in pochi mesi si è ritagliato un ruolo da leader in una piazza che già impazzisce per lui; le belle vittorie a Manfredonia, Cerignola (contro l’Olimpica) e Vieste; la netta sconfitta a Nardò, quella sfortunatissima in casa della capolista Udas, l’impresa a Mola in sei giocatori. Ma soprattutto l’addio agli americani, Franklin per un brutto infortunio, Smith per qualcosa si fatica ancora adesso a capire; e l’arrivo di Marko Vranjkovic, protagonista nel finale di stagione. Insomma tra alti e bassi, tra serate felici e momenti difficili, sarà un’annata da ricordare, resta la soddisfazione di aver rivisto il PalaGentile strapieno in ogni ordine di posti, con due serate su tutte: il derby con Ceglie e la finale contro l’Andrea Pasca. «I ragazzi non possono che essere ringraziati per l’abnegazione che ci hanno messo in campo – racconta coach Carolillo – Sapevamo di giocare contro una squadra forte, fortissima, che nelle due partite ha dimostrato di avere molta più intensità di noi, di essere più lunga e migliore tecnicamente. Detto ciò mi sarebbe piaciuto giocare questa finale avendo tutti i ragazzi a disposizione: non è un’attenuante né una giustificazione, ma se facciamo il conto di questi tre mesi, non siamo quasi mai riusciti ad essere al completo. In questa situazione diventava tutto molto più difficile: ci abbiamo messo la voglia e l’anima, ma non è bastato». «Ho ringraziato tutti i ragazzi e l’allenatore perché è stata una bella esperienza – prosegue il patron Tanzarella – Siamo andati oltre le prime aspettative, perché inizialmente l’obiettivo era arrivare ai playoff, poi arrivare tra le prime quattro: siamo arrivati terzi e poi in finale. Purtroppo lo sport è così, se fossimo arrivati tutti sani, integri e in forma ce la saremmo potuta giocare, contro una squadra, l’unica che anche senza gli americani aveva i chili e i centimetri per poter competere con noi ed essere più forte. Ma avere raggiunto la finale, avere riportato tanti amici, tifosi e sostenitori al PalaGentile è un buon viatico per convincermi, mi auguro non da solo, a continuare anche l’anno prossimo questa avventura: è stata un’esperienza di cui faremo tesoro, abbiamo conosciuto altri giocatori, un allenatore nuovo, e quindi è il caso di sedersi per dare una risposta alla città e cercare di essere protagonisti. Perché nello sport spesso si vince quando non si dà per scontata la vittoria, mentre si perde quando si parte con la convinzione di vincere: ma l’importante è sempre essere protagonisti, e per esserlo ci vuole coesione, impegno e creare un gruppo che sia più forte delle avversità».

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