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Seppannibale

Siamo a Fasano vicino alla statale 16 in contrada Fascianello direzione Monopoli. Di fronte al corpo di fabbrica della masseria Seppannibale, all’interno di un grande spiazzo pianeggiante cinto da un alto muro a secco, sta l’antica chiesa detta “ Il Tempietto di Seppannibale”. Il luogo deve probabilmente il nome ad un suo antico proprietario, Giuseppe Annibale Indelli Da lontano sembra un’Arca di pietra, quasi un avamposto inattaccabile dove poter custodire i fatti e le immagini della Fede, la Parola del Signore e l’imponderabile Eucarestia. Del Tempietto di Seppannibale si è molto parlato, rimane incerta la data di edificazione e l’originaria dedicazione. Sicuramente è uno degli edifici di culto cristiani più antichi della Puglia. Si pensa che sia stata edificato tra l’ottavo ed il nono secolo DC quando la Puglia a sud di Bari era compresa nel Tema della Longobardia. Nei Monumenta regii Napoletani Archivi dei riferimenti risalenti al 1086 e 1099, in cui si parla di una chiesa di S.Pietro Betrano o Beterano donata da Goffredo a Lorenzo, abate del Monastero di San Nicola in Pinna. Un secondo riferimento è contenuto nella Bolla del Papa Alessandro III del 1180, indirizzata al vescovo Stefano di Monopoli, in cui si parla di una ecclesiam Sancti Petri Veterani; siamo comunque sempre nel campo delle ipotesi in quanto un riferimento certo, relativo alla dedicazione ed alla edificazione del nostro monumento non è stato ancora individuato. Bisogna dire che lo stato di conservazione del manufatto è decisamente pessimo ma perfettamente in linea con la cultura ruderista della nostra bella Italia. Un manufatto antico non si tocca nemmeno con un fiore anzi, pardon, nemmeno con una cazzuola piccola piccola nel caso si volesse mettere un po’ di malta tra due conci che stanno per staccarsi. Il Tempietto di Seppannibale è nudo, nudo da fuori perché non c’è un riparo ragionevole alle infiltrazioni delle acque meteoriche ed alle piante erbacee che pian piano si stanno prendendo gli spazi di cui abbisognano, nudo da dentro perché non ci sono porte che impediscano ad animali ed insetti di fare i propri porci comodi all’interno della chiesa. E’abbandonato a sé stesso, al sole ed al sereno. Ciò che all’interno rimane degli affreschi a mio avviso ha vita breve; l’abside ad est è crollata da alcuni anni eppure esiste una documentazione fotografica recente che ce la mostra ancora integra. Stando così le cose, viene da pensare che a volte ciò che importa non sia la conservazione del manufatto ma piuttosto la conservazione dell’idea che esso esprime; pertanto che il nostro monumento col tempo diventi un rudere non è importante. Ciò che conta è conservare “l’idea”. Siamo di fronte ad un’architettura massiccia, preoccupata che la statica non venga meno e che gli alzati rimangano tali il più a lungo possibile. All’esterno il materiale utilizzato per la fabbrica non è omogeneo, vi sono blocchi dalle dimensioni notevoli accanto ad altri che hanno misure, taglio e forma di molto inferiori; é in gran parte materiale di riutilizzo. Anche all’interno sono presenti conci di differenti dimensioni. Le due colonne centrali, hanno il fusto realizzato con monoliti alti più di due metri. Potrebbero essere dei menhir. Le restanti quattro colonne sono realizzate a piccoli blocchi. La pianta è quasi quadrata, sulle sei colonne che delimitano la navatina centrale sono impostati gli archi a tutto sesto che a loro volta reggono i due tamburi centrali e le sovrastanti cupolette; le navatine laterali hanno la volta a semibotte. Due ingressi, uno sulla facciata principale ad ovest e l’altro con un piccolo protiro su lato nord. L’abside è crollata, non vi è traccia del bema ma vista l’altezza delle due nicchie ai lati del catino absidale non escluderei in quest’area la presenza di uno scalone che configurava il bema o il presbiterio. Dentro, le simmetrie sono armoniche, la divisione degli spazi non stride ed i volumi hanno un ampio respiro. La cosa più importante della pittura sacra è riuscire a rendere lo stupore del popolo di Dio per la santità dei Santi e la Bellezza dell’Amore che il Signore nutre per la sua Chiesa e per tutti i credenti. Qui ci troviamo di fronte ad un’opera che non esprime grandi valori formali ma la spiritualità espressa dalle figure dei santi dai grandi occhi, seppure in un ciclo pittorico fortemente lacunoso, è ancora oggi di grande effetto. Ciò che resta del racconto iconografico è ispirato in gran parte all’Apocalisse di San Giovanni; probabilmente in origine l’interno doveva essere completamente affrescato. Se questo manufatto avesse avuto più fortuna oggi saremmo qui ad ammirare in maniera più compiuta un gioiello delicato e dalla forte spiritualità. Nel 2005-2006 è stata portata avanti una campagna di scavi da parte della professoressa Bertelli dell’Università di Bari che ha evidenziato frequentazioni del sito già in età tardo repubblicana, si é anche ipotizzata la presenza antecedente di un santuario di epoca tardo imperiale. Sono fatti che si ripetono spesso; un luogo di culto cristiano prende il posto di un luogo di culto di epoca romana che a sua volta era stato costruito sopra ad un tempio di epoca precedente. Molte volte ciò accade non solo perché un principe si sostituisce ad un altro, un padrone se ne va ed un altro viene, una nuova divinità prende il posto di quella che c’era prima. Accade semplicemente che prevalgano ragioni di comodità o di opportunità: visto che c’è è inutile stare a costruire un altro luogo sacro, si aggiusta ciò che c’è, lo si cambia, lo si modifica, lo si adatta. Un esempio per tutti, Santa Sofia a Costantinopoli non é mai stata abbattuta, é semplicemente stata trasformata in moschea ed ancora oggi é un luogo di culto della religione islamica. Una volta entrati all’interno del Tempietto di Seppannibale, si é presi da una sensazione di immediato ed inspiegabile benessere, la stessa cosa mi é accaduta anche in altri luoghi sacri, ipogei, tempi, chiese, moschee e la sensazione é sempre la stessa. Per essere precisi devo dire che non ho provato questa sensazione in tutti i luoghi sacri che ho visitato ma solo in alcuni di essi. Non riesco a spiegarmi questo fatto, l’unica cosa che mi sono detto é che forse la preghiera, la venerazione e le suppliche della comunità dei praticanti abbiano conferito a luoghi come questo, fatti di pietre e di oggetti inanimati, un’aria ed un’aura difficilmente spiegabili attraverso una logica strettamente scientifica e razionalistica.

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