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Trivelle sempre più vicine

«È molto grave che il governo abbia fatto un decreto che con un meccanismo normativo allarga a dismisura le maglie della legittimità alle richieste delle società petrolifere. Dal Governo un atto di arroganza che bypassa il Parlamento». Lo afferma Serena Pellegrino, di Sinistra Italiana-Possibile e vicepresidente della Commissione ambiente della Camera dei Deputati, commentando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Mise che deroga al divieto di nuove trivellazioni inventando l’escamotage della «funzionalità» di nuove infrastrutture rispetto ai titoli abilitativi già ottenuti. «Siamo indignati – prosegue l’esponente ambientalista della sinistra – perché mantenere in vita, con finanziamenti pubblici, il comparto delle energie fossili ci porterà inevitabilmente al collasso ambientale. Sinistra Italiana non è per il No tout court, ma per un progetto di Paese che coinvolga nel percorso decisionale tutti i soggetti. È inutile – conclude Pellegrino – affannarsi alla ricerca di ogni goccia di petrolio in un Paese dove il vero petrolio è la cultura, il paesaggio e l’ambiente». Anche i deputati che aderiscono a “Fronte democratico”, l’associazione di tendenza che sostiene Michele Emiliano nella corsa alla Segreteria nazionale del PD, interrogano il Ministro Calenda sull’ultimo DM che di fatto consentirebbe alle compagnie petrolifere la possibilità di modificare il programma di sviluppo previsto al momento del rilascio di una concessione e recuperare le riserve esistenti anche entro le 12 miglia». Il primo firmatario è il deputato dem Dario Ginefra che aggiunge: «Questo Dm nei fatti comporterebbe una retromarcia rispetto alle misure adottate dal Governo prima del referendum sulle trivelle del 17 aprile scorso».

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